Il Bollettino Italo-Canadese, 17 Oct 1930, p. 3

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Discorso .del Signor T. Mari Direttore del "il Bollettino" Ma il Comitato non ha ritarda- to con l'intenzione di mettermi in condizione di non farmi fare un lavoro adeguato all'avveni- mento, o tanto meno ha inteso diminuire yimportanza della ce- lebrazione di questa festa nazio- nale, -- ché anzi il Circolo Co- lombo intende dare ad essa, sem- pre maggiore decoro, perché tra i tanti suoi scopi, esso sente, ed altamente, che spetta a lui, tra di noi, di tenere alta la fiaccola che btill6 nell'anima di Cristofo- ro Colombo, quando si accinse all'ardua impresa della scoperta dell'Ameriea. Signor Console, Sig. Presidente, - Signore, Signori:- Il Comitato di questa festa mi ha dato l'onorifieo inoarico di fare questo discorso, soltanto dieci giorni fq; sicché io non ho potuto avere il tempo materiale di preparare un'appropriata scelta degli argomenti che si sa- rebbero potuti trovare intorno ad un soggetto storico di eosi' grande importanza, come la seo- perta dell'Amerieai ed intorno alla figura di uno dei piu' grandi uomini che vanti l'umanit2: Cri- stoforo Colombo. Iddio il fattore, fegolatore del- l'universo, perfetta ed inelutta- bile legge suprema cui noi fer- mamente crediamo, cui ispiria- mo ogni nostra opera, ogni no- stra azione. Patria, la sintesi degli affet- ti morali, culturali economici di un determinato gruppo. E una identité la Patria che completa e perfeziona l'uomo, poiché chi ama la propria patria, sa com- prendere e rispettare, la patria altrui, la quale a sua volta é la riunione di interessi morali, cul- turali, economici di altri indivi- dui, di altre razze, che solo ispi- Quei Signori hanno voluto sol- tanto farmi parlar poco, perché dicono che io annoio troppo spes- so la Colonia! Ma io mi vendico e parleré due ore, eurandomi molto poco di tutto il resto del programma; .e quando non avr6 altro da dire, mi metteré a leg- gere questi due libri che ho por- tato con me, sicché il pubblico pu6 essere certo che non seguiré affatto i consigli del Comitato, composto di gente invidiosa, che non vuole farmi gustare i vostri applausi. Onorare i Giandi é il piu' bel- lo ed il piu' santo dovere dell'u- manitfy. Essa rende cosi omaggio alla memoria di coloro che diedero tesori di seienza, di sapere, di benessere. Stimola in pari tem- po nell'uomo la tendenza a se- guire le orme dei grandi che voi avete mirabilmente tracciato e sintetizzato nel binomio "Dio e Patria", cui intendete ispirare opmi attivité del vostro Circolo. Nessuno si sgomenti; in 15, o 20 minuti avr6 finito, ed in questo accontenteré tutti, e me stesso, prima degli altri. , Dove non posso assecondare il Comitato per le 'onoranze a Cristoforo Colombo, é sul tema della conferenza. Si voleva che io ne tratteggiassi la vita. Que- sto si fa quasi sovente ed io que- sta volta mi staecher6 un poco dall'usuale e vi costringer6 a sor- bire un discorsetto polemico in- torno alle gesta ed alla figura di Cristoforo Colombo. E la seconda volta che ho il piacere di assistere alla celebra- zione annuale che voi tenete in onore del Grande Navigatore da cui il Circolo prende nome. Ho scelto qualcuno degli argo- menti piu' d'attualit5 e forse dei piu' discussi, mantenendomi, perquanto possibile, su fatti ge- 'L BOLLETTINO ITALO-CANADEgE Dalla Commemorazione Colombiana Discorso delytegio Console:' So di perdere fiato e tempo a dire, a degli italiani, che Cristo- foro Colombo é italiano. Non ci siamo mai nemmeno sognati il contrario. Se ci sono degli stra- nieri che dicono Cristoforo Co- lombo spagnolo, o ostrogoto, a noi importa poco; giudichiamo 'quegli stranieh' degrignoranti invidiosi e ci basta. Ho detto a ragioné ignoranti, ma intendo limitare questo ag- gettivo, meglio correggerlo: i- gnoranti presantuosi sull'argo- mento. In fatto, quanto piu' si approfondiscono gli studi intor- no allo scopritore del Nuovo Mondo, tanto piu' si viene a con- fermare l'origine e l'educazione italiana del grande genovese. Ho detto altresi' invidiosi. Non credo d'essere stato impru- dente, perché tutti i nostri gran- di uomini, quando passano at- traverso il vaglio della critiea straniera, sono ridotti dei cenci o quanto meno vengono classi- ficati come conchiglie fossili, ca- talogati e messi in museo come rarité si', ma rarit2 norrtroppo piu' importanti di una cosa c0- mune. Non basta che yingratitudine degli uomini del suo tempo, con cavilli da Azzeccagarbugli, ab- biamo fatto di lui una vittima: occorre che i, com" detti, grandi uomini del nostro secolo, si av- ventino, come un branco di lupi affamati, sulla figura del genia- le ed intrepido ligure. E umano, giacché Colombo non é solo quel- lo che é, ma é scelto a simbolo da un grande numero di associa- zioni ed in tutto il mondo; ma se é umano, non é morale, é anti- storico, é contro la ragione, per- ché é contro la verité. Dopo oltre 4 secoli di distanza, va succedendo lo jstesso a Cristo- foro Colombo. T La colonia vi guarda con sim- patia e molto SI aspetta da V01. nerlci. le, che prodigherete la vostra opera per l'unjope/ll? societé, per la fraternit2 degli individui, per il benessere dei connaziona- li qui emigrati. Naturalmente Troi che avete volontariamente scelto un mot- to, cosi nobile, .cosi rettilineo, cosi plevato, pvete volontaria- mente assunto di fronte a voi stessi e di fronte alla colonia una missione ricea di gravi dd- veri. Il Circolo Colombo per onora- re il suo motto, saré esempio di vivere eivile nei suoi dirigenti, nei suoi ufficiali, nei suoi mem- bri, e saw. fecondo di utili e no- bile opere nella vita sociale. Io mi auguro che darete il vostro entusiasmo, la vostra illimitata collaborazione, nella vita colonia- Con la fede e con la tenacia che animarono Cristoforo Co- lombo, voi andate diretti allo scopo. 'L'hanno 'chiamato con tutti gli epiteti che si possono dare ad un qualunque galeotto: imbro- glione, debosciato, ignorante, va- nitoso, pazzo, ladro, assassino, e chrpiu' ne ha, ne metta. randosi ai prineipi divini del ne- minem ledere (non arrecar dan- no ad alcuno), e unicuique suum tribuere, (dare a ciaseuno il suo), sapl'anno trovare l'equili- brio del vivere sociale. Sapete perché si é tanto fero- ci contr'o Cristoforo Colombo? O almeno quale é la giustifica- zione che danno i suoi poco sere- ni eritici? Molto semplice, qua- si bambinesca. Gli storici di Co- lombo, quelli del suo tempo, sot- to il fascino Che l'impresa di lui aveva destato in tutto il mondo, hanno magnificato troppo Vim-1 presa e l'uomo che l'ha compiu- ta, facendo forse un abuso di ag- gettivi e di avverbi, ed incor- rendo magari in qualche inesat- tezza. Che prima di Colombo altri avessero avuto cognizione di terre al di 15. dell'Atlantico, é risaputo sin dal tempo di Plinio il giovane, e forse i fenici stessi ne ebbero sentore. I popoli nor- dici si ritiene che ne avessero a- vuto anche loro qualche notizia, ma quello che é fuori di dubbio, é che, immediatamente prece- dente al viaggio di Cristoforo Colombo, nessun altro navigate re aveva osato cimentarsi con l'Oeeano. Egli fu il primo che si avventur6 sulle infide acque che incutevano uno spavento terri- bile; fu il primo che vi si avven- turd con piano scientifico pre- parato e discusso ampiamente; fu il primo che sfidando i tempi, tra mille incertezze ed esitazio- ni, salp6 ad esplorare l'ignoto. Che Colombo si sia avvantag- giato degli studi dei suoi prede- cessori, dei suoi contemporanei, dei suoi amici, dei suoi stessi pa- renti, non diminuisce affatto il valore e yimportanza dell'impre- sa: arizi sta a dimostrare ch'e- gli non era uno sventato, ma uo- mo che sapeva bene ei6 che si facesse; e proprio questo studio sui lavori e le notizie di chi lo aveva preceduto in tale sorta di fatiche, provano che Colombo non era né uno sciocco, come al- cuni vorrebbero ritenerlo, né cht abbia tentato all'impazzata, alla ventura, l'impresa, ma che al contrario essa fu ben meditata, ben studiata, ben preparata e molto ben eseguita. [ E' curioso constatare come qualche lustro fa, i critici si av- ventassero contro l'italianiU, o meno, di Colombo. Ma non es- sendo riusciti a sfondare quella porta, giacché piu' le indagini si approfondivano, tanto piu' ve- niva confermata l'origine geno- vese di Colombo -- dico, é curio- so constatare come, quasi con- cordemente, la critica antico- Jumbiana, abbia cambiato ber- saglio: abbia rivolto i suoi stra- li contro l'opera, eereando di svalutarne la portata; e contro l'uomo tentando di ridurlo ad un volgare avvehturiero. Non esa- gem giacché é proprio recente il fatto di un Professore peru- viano, che ha seoperto, niente- meno, che Colombo ii state un corsaro. Da Siviglia, dove un va- lente gruppo di scienziati colti- va con amore gli studi su Co- lombo, gli é stato risposto do- mandandogli se questo signore avesse sognato. 7 1. I critici hanno detto che al- tri, prima di Colombo, hanno scoperto l'Ameriea. Non abbia- mo nessuna prova assolutamen- te seientifiea di questo; e tutte le tesi affacciate sono ipotesi ca- dute sotto il piu' sereno ed im- parziale giudizio storico. _ Gli storici hanno scritto la storia e Colombo deve pagare il fio delle inesattezze di quelli; mentre gli si riconosee una cer- ta serenité di giudizio nei suoi scritti personali. Il contrasto é lampante, e bisogna convenire che qualche volta quei grandi uomini che Ianciano notizie stra- bilianti su Cristoforo Colombo, sono delle brave per'sone che cercano di farsi ~strada, magari con delle pubblicitk di bassa 1e- ga, sempre di cattivo gusto per una persona rispettabile. Io ritengo che si debbano a- serivere a grande merito di Co- lombo due cose a riguardo: a) Ch'egli si sia servito degli studi del fratello Bartolomeo, che a quell'epoca era il piu' grande cartografo che il mondo cono- scesse; che si fosse servito del- l'esperienza del suocero, che e- ra uno di piu' grandi navigatori del secolo, e che si sia servito anche dei lavori e dei consigli di tanti amici e di tanti scienziati. b) Ch'egli abbia accettato il pensiero di Galileo sulla sferici- tg della terra. Questo principio Riguardo l'opera, dir6 solo p0- che cose. era stato annunciato soltanto pochi anni prima, ed era costato al suo grande assertore una gra- ve condanna dell'Inquisizione. Fu gran merito di Colombo l'a- ver accolto ed aver difeso e so- stenuto in faccia ai tribunali dell'Inquisizione di Spagna ty, Portogallo, di fronte alle varie commissioni che studiarono e ri- fiutarono il suo progetto, il pen- siero del grandé scienziato fio- rentino. Questo solo fatto haste- rebbe a provare a iosa che Co- lombo non era un ignorante. A sostenere il pensiero di Galileo era necessario che ne avesse co- nosciuto le opere, e conosciute molto bene; il che richiede una profonda cultura scientifica ed una vasta conoscenza generale del mondo. re qualehe impress Ma piu' che questo Colombo reed con sé la certezza d'una ter- ra sino allora ipotetica; certez- za che diede alla Spagna il suo secolo d'oro e di splendore non piu' raggiunto da quella nazione. Diede al tesoro pubblico spagno- lo una rendita di molti miliardi per cento sul capitale investito nelle impresa di Colombo; diede ai reali di Spagna: Ferdinando d'Aragona ed Isabella di Casti- glia, quena eelebritir, che nem- meno la Vittoria sui munsulma- ni gli aveva dato, che nemmeno l'unificazione della nazione set to un unico scettro aveva loro procurato. Diede loro la fama per cui oggi essi sono riconosciu- ti dal mondo come due grandi) ed illustri sovrani che hannoi contribuito alla piu' grande SCO-i perta dell'umanit2. , MN '; 3. Un terzo argomento della critica é che Colombo fosse un allucinato un vanitoso, un paz- 20. La sua scoperta non avreb- be nessun valore, ptreh'égli, fisso nella sua idea di aver rag- giunto l'oriente, non ha avuto coscienza dell'importanza del nuovo mondo scoperto. Nessuno mette in dubbio che dagli studi di Galileo e dalla de- serizione dei Viaggi di Marco Polo, Colombo concepisse l'ardi- to piano di girare il mondo e raggiungere la Cina ed il Giap- pone, seguendo 1a via opposta a quella seguita dal grande vene- ziano del tredicesimo secolo: cioé la via dell'Ovest, e che fos- se il primo a pensare questo ar- ditissimo piano. Questa osservazione, che ge- neralmente fanno tutti glrstori- ci di Colombo che partono da un'idea preconcetta verso di lui, non tocca affatto la sua gloria, che rimane quella che é, con Yer- rore, o senza. Tanto piu' che il suo errore, piu' che nuocere, ha avvantaggiato l'umanitfr, in quanto i suoi seguaci, allettati dalla descrizione che dell'oriente aveva fatto Marco Polo, segui- rono lo scia di Colombo, con la speranza di avere piu' fortuna di lui, e l'ebbero. .. . 2. Un .secondo fatto sul quale la critica si appunta tanto é quello che la scoperta dell'Ame- rica non ha dato i risultati che Colombo si aspettava e che ave- va fatto intravedere a Ferdi- nando e Isabella di Castiglia. Per questo Colombo viene rite- nuto un imbroglione. Per6 quando noi apriamo un libro su Colombo e vi leggiamo nell'indice di esso, al Capitolo ottavo "Un Don Chisciotte che ha letto troppi romanzi bibliei e storie cavalleresche di mare ed Ma é con un certo sadico pia- cere che gli eroi della penna e della poNer4 delle biblioteche affilano Parma di questo errore. Magari senza accorgersi ch'es- sa é un'arma a doppio taglio, in quanto, se vera questa asserzip- ne, non puo essere vera quella che Colombo avesse saputo del- l'esistenza del nuovo mondo. O l'una 0 yaltra di queste accuse cade di fronte al piu' elementa- re buon senso. 7 La scoperta dell'Armhrica ha spostato, signori, il centro della civilté dal Mediterraneo, in cui era stato sino allora, all'Atlanti- co. Se Colombo non ritornn6 cari- co d'oro, ritorné con i campioni di questo, campioni che stuzzi- carono l'appetito di altri corag- giosi, e stimolé immensamente tutti i governi di allora a tenta- re qualehe impress _ un ammiraglio che merita di es- sere fucilato", dobbiamo dire che Colombo avrir tutti i torti che si vuole, anche quelli che i suoi nemici gli hanno attribuito per farlo cadere in disgrazia dei sovrani di Spagna, avrg merita- to anche la fucilazione che que- sto bravo scrittore suggerisce, per fortuna. nostra e per l'onore dell'umanitti, troppo tardi, ma non merita certo l'ironia e lo scherno di cui lo si vorrebbe co- prire con il titolo del capitolo di questo libro. Quando poi dal titolo di un capitolo si passa all'emblea di un libro, come fa l'autore tede- sco di questa storia, 1e chiama il suo libro: "Colombo-ll Don Chi- sciotte del mare," io penso che noi abbiamo piu' che ragione, il dovere di tenere alto il culto della memoria di Cristoforo Co- lombo. Quando vediamo questi Iibri e purtroppo molti altri, cir- colare diffusamente nelle biblio- teche pubbliche, noi abbiamo il diritto di armarci di santo sde- gno, contro tanto vilipendio ver- so uno dei nostri sommi uomini; e come figli devoti, che sanno spendere una parola in difesa delta memoria sacra del padre, cosi' noi dobbiamo conoscere e difendere la memoria di Cristo- foro Colombo, con la coscienza di sapere che difendiamo un no- stro grande, la nostra razza, 1a nostra inesauribile famiglia ita- deliana, l'Italia nostra e, piu' che tutto, la verité, che deve es- sere sempre servita Eta gli uOmi- ni, che almeno verso i morti han- no la forza di propugnarla con quanto fiato hanno in gola. Intorno alla figura storica e morale di Cristoforo Colombo, giffettivamente sono sotr'te un gran numero di ileggende, ma anche volendo seguire questi critici di lui, che vi ho indieati, noi italani, che 'conosdiamo la storia della nostra Patria, sgor- giamo a prima vista in Cristo- foro Colombo lo spirito della no- stra seconda civilté, lo spirito degli uomini del Rinaseimento. In Colombo c'é qualehe cosa di Dante e di Petrarea; c'ii del Mi- chelangelo e del Leonardo da Vinci, del Raffaelo, e'é in una parola quelloI splrito che feces per la seconda volta grande e sempre piu' immortale ed invi- diata l'Italia e che da l2, propa- gatosi, dette alle altre nazione il riflesso della luce che da noi brillava per propria energia. Colombo non é solo lo scien- ziato, il geografo, l'intrepido na- vigatore, Colombo é anche un poeta, un'artista dall'anima gon- fia di misteriose Frmonie, un generoso, un nobile che ha dato all'umanit2 un mondo. E uomo troppol complesso per le faeili mentaliti moderne; troppo po- liedrico per la civilté frettolosa di oggi. Per questo e per altre ragioni piu': basse, molto piu' basse, i critici tentano di vili- penderlo, senza accorgersi che essi insultano se stessi. La mente di Colombo ha il tocco divino del genio. La sua persona il fascino che i grandi uomini soltanto emanano; esso appartiene alla categoria di quel- yeletta sehiera di Grandi Ita- liani che il mondo é costretto a studiare, ad apprezzare, ad in- vidiare. Conscio della canea che si fa all'estero, ben a proposito il Go- verno Nazionale d'Italia ha di- F: gran merito delle giovani colonie italiane degli Stati Uni- ti l'aver spiegato una concorde azione per far riconoscere que- sto giorno Festa Nazionale in quel paese, e suggellare con il carattere dell'ufficialitg una santa verité della storia. Il grande scrittore americano Washington Irving ha scritto la piu' serena Storia di Cristoforo Colombo. Ebbene, un suo colle- ga, dopo tanti anni, gli rinfaeeia di aver insistito troppo sul nome italiano di Colombo, "ei ha insi- stito," dice quegli, "sino alla nausea". Ma "giusta di gloria dispensiera é morte"! Irving é tra gl'irnmortali della sua patria e vive nella memoria degli uomi- ni al di l2 dei confini degli Sta- ti Uniti d'America, il suo critico é rimasto un ben oscuro critico! (continua a pagina 4) 17 Ottobre 3930

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