Ontario Community Newspapers

L’Italia Nuova, 23 Dec 1939, p. 13

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A Irege non era persuasa, ma non insisté nella sua idea: tro- vandosi senza forza contro il dolore; e il Principe Vittorio venne seppellito con tutti gli onori, irtarpo nella tomba di famiglia. Scorsero tre mesi. La prin- cipessa,aveva chiuso tutti il portone del palazgo, vqlendo rinchiudersi nel am lutto, per la memorial del defunto, non occupan-dosi che del figlio che le aveva lasciato il quale era ormai tutto l'amor suo, la sua Uta. lo per?) ritengo che la morbe di Vittorio debba attribuirsi all'avere ingoiato con molto fretta il gelato, dopo aver mangiato troppo e con lo sto- maco in sussulto, a causa dei vini spiritosi. - 'ff SI'ANZE MWEHNE CON Allltlil)M1liNT0 Mj0TlSSl110. 33 (i.. AQUA CORRENTE CALM g FREBDA. ii. iiSPORT D'llNVERNOl,) 't my,1hkMniNm wmvmwmmn an mum l).. Una sola ecceezione aveeva1 IL bimbo dormiva tranquil- fatto Irengptjr il cugino Ger- 1a1ptp1ttpe_ll1_culla, che Irene ft: Per prenutazioni, richieste ed iriformazioni, teiefonare .l.'), ' a Lhneaster---22iB, appure a 303 R.-2 - ' Rougemont. 3 E STANZE MGDERNE CON ARRr1)Mflil)lr0 Nij()lllflSN(). .'ii' Lama IDEALE PER ll, RIPOSO srii. ,'r'.. MOE PER E GITE INVERNALI 'il. Pagina-14 L'ANIANTE E DEL LADRO La Petite l)urmaiidiii_../i_,i,i.. ROUGEMONT g; PUNTATA 14 A tre quarti d'ora d'automobile dal Ponte Jacques Cartier - sulla strada the conduce a Granby. SERVIZIO di AUTOBUS e di TRAMWAY. flGT()lilh?llE DE PlllW()R0Ni, CON fPlli1lllhl0ITh' CUCENAREE ITALIANE S'llhrl0NMfgNT0 IyhW0110BlLI GRATUETO. (]0hf00ITA' _ Mt phgfagg. -. PREZZI MGDECL di (Nostro Romanzo d'appendice) CAROLINA INVERNIZIO maro, che di quando in quan- do passava a Visitarla, per in- formarsi della sua salute e di quella del piccino, e si mo- strava cosi naturale nel suo dolore, nel suo compianto, per il cugino, che spesso la princi- pessa ne aveva pianto di sol- lievo, e si diceva che tutti giu- dicavano male quell'uomo, ri- tenendolo senza wore. E quando passava qualche gior- no senza che egli comparisse, he ore le senibravano eterne e veniva ad un tratto tormenta- ta dal pensiero che anch'egli la dimenticasse. Una nottela principessa si weg,liio di soprassalto, sem- brandole di aver serrtito ru- more nella camera. Si sollev6 spaventata sul letto guardan- dosi attorno, e si accorse di a- ver sognato. IL bimbo dormiva tranquil- "L'ITALIA NUOVA", Montreal 23 Dicembre 1939 aveva voluto tenere presso di sé, e la luoe della lampada notturna rischiarava a suffi- cienza Ia stanza, perché la prirrcipessa p0tesse distinguere ogni oggetto, ogni angolo. Non vi era nessu'no e regnava un profondo silenzio, rotto so-. lo dal tic tac dell'orologio po- sto sul caminetto. c-. Non é vero. .. mentite. .. correte per il dottore. .. i: una semplice crisi, come succede talvolta ai bimbi. .. correte, correte! Carluccio, angelo miO. svegldati, guarkiami, some la tua mammina! - Irene rivolse tloo sguardo tenere al piocino e tomb a co- ricarsi addormentandosi quasi subiaq: non si svegli?) che al grido della governante, che te- neva sulle braccia il bimbo, piangendo disperatamente, di- cendo fra i singhiozzi: -- Chi é morto? - url?, la prmmpessa rizzandosi livida, scapigliata, terribile. E dopo averlo pazzamente baciato, se lo pose sulle ginoc- chia, lo sfascib, cercando di ri- animarlo coi baci, colle carez- ze. Inutile! ll bimbo non dava pitl segni di vita, e il dottore accorso quasi subito, disse che il fanciullo era rimasto preSo di una, di quelle convufsioni terribili, improvvise, prodotte dai vermi, di 0111 sono sovente - Ma ie mofto, mio Dio, é morto! I - No, non é mio.... - ibalbeatava di quando in .quando con le labbra tremule, 'convulse. - "Non voglio ve- 'derlo, togolietelo di qui!. .. - l Vennero i parenti, gli ami- ci, i conoscenti per recarle \conf-orto: non volle vedere .nessuno. proibi assolutamente Iai suoi famaliari di far entrare lnlel suo appartamento chiur-. ique, sotto la minaccia di esse- lre scac-ciati. La priecipessa ,rttt,,Ctr-'i'j',i,'d'aiN inebetita: non piangeva e gh: occhi sbarrati e fissi sul cada- N, vere del bambino, il cui viso me era rimasto deformato dalle l convulsioni, avevan0 perduto - ogni raggio; sembrava Che: die nop riconoscesse pits la pro-Ianj prla creatura. _ I ber llcugino Geermarro sforzb la_conseg,na della servitrl e riusci a penetrare presso Ia cugina, Non appem1 lo vide, essa lo guard?, con occhi stra- lunati, 3126) un braccio acme se volesse scacciarlo, ma quasi tosto gettb un grido acute e gli cadde fra le braccia, SCOP- piando in un pianto irrefre- nabile che non aveva pitl fine. E volgeva i suoi occhi umi- di, irresistibili sulla Principe- sa, la quale subi una nuov'a commozione, che le fece salire per un secondo il sangue alle gate. mentre si staccava da Germam. vittima i bambini Voleva rinchiudersi sola, per lasciare libero sfogo a1 dubbi. I domestici temevano che la principessa divenisse pazza, se veniva contrar1aaa. Queel pianto fu la sua salu- te. Quando' rinverrne, Si. trovb sempre fra le braccia di Ger- mano, che piangeva con lei. - Povera, la cara mia Ire- ne! - balbettava. - Dio ha voluto proprio provarti in tut- ai i modi. . .2 Ah! come vor- rei prendere io tutti i tuoi do- Iori, come vorrei sollevarti! - - Si, sono tanto infelice! - balbett6. - Perché Dio mi colpisce cosi? Prima il Padre, ora il figlio. . .. ma no, il mio Carluccio non é morto! La principessa lo guardb con gli occhi abbaatuti, pieni di Iacrime. Perché essa non poteva cre- dere fosse suo, il bambino morto. No, no: Carluccio viveva ancora, glielo avevano porta- to via. - Povera cara! - ripeté dalcemente Germano, pren- dendole una mano. - No, nie Carluccio né Vittorio per te e per noi sono morti, giacché vi- vor'o nel noostro cuore. - - Germano, - gli disse - anche tu non mi crederai, se ti ripeto che non é mio figlio, quel cadaverino deforme, sta- to sepeolto nella nostra tomba di famiglia? - ll volto del giovane mostra- Vil una specie di perplessiti, di stupore. mo r0 BREOS Vorrei crederti,, - mor- - ma io stesso ho ba- 9 Bibita effervescente. deli. ziosa, dissetante e rinfre- scante, raccomandata contra eccessiva aeiditit di stemaco. Guardatevi dalle imitazioni G. , CERIBELLI & CO. dico a te'"" 'w" altri, perche "r. ', ll bero fede e mi sh-elm-ite/ol per pazza. Mio figlio non ha mai sofferto di convulsioni per i vermi; era forte, robusto ben conformato. Quella notte io I'avevo fatto cambiare ver- so le dodici; gli avevo dato il latte e messo nella culla, dove per il solito dormiva tranquil- lo fino alle sette della matai- na. Lo lasciai mentre era ad- dormentato: sorrideva come gli argeli, aveva tHI volto ro- seo, tranquillo. Allorami cori- cai io pure, e non tardai ad addormentarmi profondamen- te, quando fui svegliato da un rumore strano. Mi pareva di aver sentiti i passi di una per- sona che avesse urtato coptro un mobile. - Germano sembrava che a- scoltasse con attenzione. ---E vedesti quella persona? - No, non vidi neSSun0: a- scoltai, era tutao silenzio. - Dunqoe avevi sognato? - Lo credetti, guardan'do col Iume m nofte Carluccio che continuava a iormire tranquillo, almeno cosi mi parve, perch': non vidi altro che i1 suo visino attraverso ai veli del cortinaggio. Germano aicarezzava dolce- meme la mano della cugi-na. - Vuoi che io ti spiego city che deve essere avvenuto? __ disse con accento commosso. -- No, perché ti ripeto, in quel memento fui persuasa di aver sognato; solo la mat- aina quando il bimbo fu tro- vato morto, non ero persuasa non volli credere fosse il mio perché mi ricordai del rumore sentito, e non riconobbi il mio Carluccio. ---. - Si, Germano, tu solo puoi convincermi che m'in- ganno, oppure aiutarmi a sco- prire la veriti. me pure. Se fossi sicuro che avessero commesso un ingan- no per toglierti il erro figlio, ai giuro che verserei tutto il mio sahgue per rintracciare il colpevole od icolpevoli. Ma io sono fermamente convinto che tu ti sia stata vittima della "Tu affermi che dormivi profondamento, quindi non hai potuao essere testimone del primo agitarsi del tuo Carluocio, altrimenti forse Jsa- resti stata in tempo a salvarlo. tun immaginazione. Carluccio era sanissimo, non c'é dubbio; ma lie convulsioni assalgono "ll'improvviso, specialmente i lattanti pitl mm e pith sani, e i vermi li afferranocad un tratto alla gola. - Non hai chiamata la go- vernante? - Tu sai, Irene, che tutta la mia v1ta é dedicata a te, e c16 che t1 riguarda, riguarda (Com. al pros§imo numero) no?! New York City

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