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L’Araldo del Canada, 17 Dec 1932, p. 1

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Può valere, quindi, la pena di fare, per una volta tanto, il secondo, a cui, in ogni caso, bisogna far capo dopo aver compiuto il primo. Nel corso del secolo XIX le cose cambiarono. Il cambiamen-- to si chiama: formazione dell'u-- nità italiana e germanica. Come a questa formazione abbia con-- tribuito la politica francese me-- All'inaugurazione del Conve-- gno internazionale Volta, indet-- to dall'Accademia d'Italia per lo studio del problema europeo, il senatore Scialoia, presidente del convegno -- spirito acuto e spre-- giudicato, se altri mai -- fece un'osservazione veramente felice, una di quelle osservazioni, che colgono nel vivo di un proble-- ma fondamentale: «Si puo dire che dalla formazione delle gran-- di potenze in poi,--la sapienza po-- litica e diplomatica dell'Europa si è tutta esercitata a mettere in pratica una nota legge di Ma-- nu: -- Il tuo vicino è tuo ne-- mico; «Può veramente questa formula -- domandò lo Scialoia -- bastare nelle presenti circo-- stanza alla vita dei popoli d'Eu-- ropa e segnare la via maestra del loro progredire? ». La Francia -- è da éssa che bisogna cominciare, perchè -- la sua costituzione in Stato nazio-- nale è tanto anteriore a quella nostra -- trovò nel secolo XVI il fondamento della sua poten-- za europea nel fatto che lungo la sua frontiera terrestre essa non aveva Stati potenti e uni-- tari, che potessero minacciarla. La Spagna a sburghese era in decadenza prima ancora di di-- venire borbonica e alleata della Francia. Il Sacro Romano -- Im-- pero, cioè la Germania, era un conglomerato lento, friabile, di cui parecchi massi venivano fa-- cilmente attratti nell'orbita fran-- cese. L'Italia era estremamente divisa, soggetta in gran parte allo straniero e, per cio stesso, terre-- no adatto ad esercitarvi una po-- litica d'ingerenza, di equilibrio e di preponderanza. La lotta, per tanto tempo vittoriosa, della Ri-- voluzione francese e di Napoleo-- ne contfo il resto d'Europa ebbe tra i suoi fattori principali an-- che questi. L'interrogazione era di quelle che hanno in se medesime la loro risposta. Se, davvero, l'Eu-- ropa deve salvarsi essa dovra su-- perare queste «legge di Manu». Intanto, pero, per trovare il pun-- to di partenza delle relazioni tra, le grandi -- e le meno grandi -- potenze europee, è ancora a que-- sta legge, che bisogna rifarsi. DEO et PATRIAE Italia e Francia La nuova Italia, . posta fra l'ex--nemica Austria -- semprel minacciosa al confine aperto -- e la non benevola Francia (agì--i tazioni pro potere temporale, e| Tunisi!), dovette cercar rincalzo{ nella Germania, della Francia{ antagonista naturale, e'capace) di persuadere all'Austria, anche[ coll'aiuto dello spauracchio rus--| so (ancora una volta la legge di | Manu), un contegno piu a.miche-' vole verso l'Italia. E si ebbe la, Triplice Alleanza, di cui non &' ora il caso di rifare la ' storia. Man mano che il problema ca-- pitale della Triplice -- le r-ela-i zioni italo--austriache -- si rive-- | \lava insolubile e che la pressi-o--": 'ne tedesca induceva la Francia, 'a concentrare da quella parte" ttutt,e le sue preoccupazioni, lxe1 irelazioni italo--francesi miglio-- ravano. Alla fine, con il concorso' ' potente del fattore inglese, nel ' 1914 si ebbe il rovesciamento del-} le alleanze: Italia e Francia con-- | \tro Austria e Germania. | desima con Napoleone III, è no--. to. E' noto altresì quanti rìmpro--' veri i politici francesi professìo-\ nali -- ricordiamo Thiers -- ab-- biano mosso per questo al Secon-' do Impero. La verità è che Na-- poleone III -- intuì giustamente come la resurrezione nazionale dell'Italia e della Germania fos-- se un'esigenza storica, che alla Francia conveniva secondare, non combattere. Ma è vero altre-- sÌ--che egli non, seppe trarre--tutte le conseguenze di questa intui-- zione giusta, che avrebbe potuto portare fin da allora -- fin da più di sessant'anni fa -- a quell'ac-- cordo intimo -- dell'Europa occi-- dentale, che Mussolini nel discor-- so di Torino ha dovuto ancora invocare come futuro. Napoleone III si fermò a mezza strada: do-- po aver fatto la politica della nazionalità, tornò a quella del-- l'equilibrio. Si ebbe, così, la guer-- ra del 1870 e la «legge di Manu > tornò ad imperare più che mai sull'Europa. A guerra finita, il pericolo ger-- manico era allontanato e rina-- sceva il dissidio italo--francese. Rinasceva tanto più gravemente, in quanto la scomparsa dell'im-- pero austriaco aveva sostituito sul confine orientale d'Italia a uno stato alleato della Germa-- nia, uno che con questa non a-- veva più alcun vincolo, mentre assai più dell'ex--impero la sua politica veniva ad urtarsi coll'!-- Telefono: CRescent--8445 o cu 0 ame 0 e 0 « 0 su 0 « 0 s 0 e 04 % FONDATO NEL 1906 IL DUCE PER LA RADIO talia: la Jugoslavia. Questa vol-- ta, sì, che la legge di Manu fun-- zionò su larga scala. La Francia divenne. intima della Jugoslavia, come l'Italia dell'Ungheria e del-- l'Albania. L'amicizia franco--ju-- goslava, poi, si saldava all'amici-- zia della Francia colle altre po-- tenze della Piccola Intesa (an-- ti--ungherese), mentre di contro In sostanza, il problema fran-- co--italiano si riduce a questo: a sapere se tale accordo sia possi-- bile. Non gia che questioni spe= cifiche importantissime (come la parità navale o lo statuto degli Italiani a Tunini) abbiano per-- duto qualcosa del loro valore. Ma è evidente che esse saranno av-- viate quasi di per sè a soluzione il giorno in cui la Francia saprà trovare in un'Italia forte, sod-- disfatta nei suoi legittimi inte-- ressi e nelle sue necessità vitali, quella solidarietà, che l'assicuri contro ogni velleità revanscista del militarismo prussiano. Men-- tre la Germania sa bene che una solidarieta simile non potrebbe mancarle da parte _ dell'Italia contro eventuali -- tentativi -- di egemonia a danno suo ed altrui. L'Italia mediatrice forte e -- va-- a temute revanches tedesche es-- sa Francia si appoggiava al Bel-- gio e alla Polonia. Un molto li-- mitato contrappeso a questa rete paneurope di alleanze -- francesi facevano le buone relazioni -- di Bulgaria, Turchia e Grecia fra loro e coll'Italia. Se in tutto non si è tornati al-- la -- politica dell'anteguerra -- a blocchi contrapposti, lo si è do-- vuto al fatto che tra Germania e Italia non si è costituito nessun impegno. L'Italia ha mantenuto rispetto a Germania e Francia un contegno imparziale, la cui maggiore manifestazione è stata quella del patto di Locarno, fir-- mato da Mussolini in persona. Il quale ha ribadito, nel citato di-- scorso di Torino, che la sua in-- tenzione non è di legare l'Italia alla Germania contro la Francia (o viceversa), ma di promuovere un accordo fra le tre potenze, cui naturalmente si aggiungerebbe anche lInghilterra. Il sottomarino francese . "Glorieux", varato ultimamente NUOVO SOTTOMARINO FRANCESE MONTREAL, SABATO, 17 DICEMBRE 1932 -- ANNO X Il Capo del Governo Presenzia l'l-- naugurazione della nuova sede _ goo o u s iV uP f A -- D 30 cifica, perchè giustamente sod-- disfatta, tra Francia e Germa-- nia: ecco la vera base dell'ami-- cizia italo--francese e insieme, la migliore preparazione per l'au-- spicata solidarieta europea. Le sale di trasmissione sono per così dire stanze dentro stan-- Ze, non avendo alcuna comuni-- cazione col di fuori. Sale che so-- no saloni principeschi, decorati con gusto fine, arricchiti di ope-- ROMA. -- Il Palazzo della Ra-- dio di via Montello solennemente inaugurato oggi meritava l'ono-- re della presenza del Duce. Si tratta di un prodigio del-- l'intelligenza italiana. In questo momento non c'è nulla di supe-- riore nel mondo per perfezione tecnica, attrattive estetiche, cu-- ra dei più minuti particolari. A New York, la Mecca della Radio a Chicago, la Babilonia della Ra-- dio, non esiste un palazzo così scientifico e al tempo stesso co-- sì bello. In un certo senso nuovo a questi problemi delicati -- vor-- remmo dire capillari -- e com-- plessi e in parte misteriosi, l'in-- gegno italiano se l'è cavata con grandissimo onore, -- realizzando autentici progressi su costruzio-- ni del genere. Questo isolamento è stato ot-- tenuto risolvendo problemi che sbalordiscono il profano. Ci son voluti 31,000 mq. di mollettone di cotone, altri 31.000 mq. di car-- tone ondulato, 15.500 mq. di car-- ta cellulosa, 5.000 mq. di fogli. di sughero, 2.300 mq. di feltro e non meno di 36 vagoni di polvere di sughero per ovattare di silenzio questo edificio che non ha nulla di straordinario all'esterno e che è così miracoloso all'interno. Completamente isolato da ognìi Un'ascoltatrice di Folkestone rumore cittadino, il palazzo di| (Inghilterra) ha scritto alla Ra-- via Montello ha il privilegio di dio: comunicare soltanto per le vie| «Ogni sera noi ci troviamo in dell'etere. | comunicazione con la Patria a-- r ataioniomanta è cotata nf.-lmavta- e lontana! ». ' Romana dell +30) ce .0 mm o co o ese 0 se 0 < ( c o aun ( cu 0 ano 0 cu 0 e c er ote + -- +23 <ae 0 cr 0 cu 0 cu 0 cu 0 cuo 0 sun 0 cu 0 cu 0 e 0 cu ( eno o e ci DEO et PATRIÌAE 9 66 nel cantiere di Cherbourg. Diciassette italiani che lavora-- no a Obuasi, Ashanti, nell'Afri-- ca Occidentale, hanno fatto sa-- pere che ogni sera ascoltano tut-- to, senza stancarsi mai, con la piu grande commozione. « Uno fascista polacco estatico di domenicana festa fascisti a Neapoli prega mandare testo « Giovinezza » e immagine Duce Sua Eccellenza Mussolini. Prega perdonare importunitate e difet-- ti grammaticale ». Ma anche gli stranieri asco!-- tano e scrivono. E come! Un polacco qualche tempo fa ha scritto testualmente: Alle parole dell'Italia fascista rispondono parole fasciste, da ogni angolo del globo. (G.P.). re d'arte del tempo nostro L'illuminazione è quanto di più suggestivo si possa immaginare. Luci colorate creano sfondi, in-- trecciano disegni, dipingono vi-- sioni fiabesche. La parola umana ed il canto, prima di arrivare al microfono, sono potenziate da un caldo soffio d'arte suscitato dal-- l'ambiente. La Radio porta ovunque la vo-- ce della Patria, la voce dell'Ita-- lia di Mussolini. Bisogna pensare che cosa rappresentino le vie dell'etere per un paese che ha dieci milioni di figli sparsi per il mondo: il quarto della popola-- zione del Regno! Quest'italiani scrivono alla Radio con nostal-- gia, voglipno far sapere che sono presenti in mezzo a noi, non vo-- gliono essere dimenticati. «11 nostro Duce non fara mai un discorso innanzi al microfono per noi italiani all'estero? ». Un diciottenne chiede da Ber--

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