Ontario Community Newspapers

L’Araldo del Canada, 5 Nov 1932, p. 1

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(Ill, Alll P---"'""""""" f A A i3oneiHi10 1talo-Canadese 111 Elm St. TORONTO ONT. Du poem mesl ero entrato a1 q Petgoio d'ltalin ' per far la cro- naca del Mime di Milano. 0mm dl um: ragamata, dine- va la gents pratica, la gente se- rlaeheaaearne vanno lecosedl questo mondo; e che crane a quel tempo i glollbtianl. AI pm sienna quotidiano dTtalia em venuto dal phi manic: da tm who giomale muanese che Ca- vonr settant'anni prima ave-vs. Madam per Ware una pit: atretta unione fra Lombardia e Plenwnte. Ma questo vecchio to- gllo, di stile Luigi Filippo sim- patizzava invece col nascente Mime come un nonno con un nipote; tanto che Nitti lo consi- derb irrequieto e pericoloso e iniine trov6 mode dl sopprimer- lo..Cosi, frammento della grande mole scompaginata che eravas mo noi, gioventit italiana forma- tasi nella guerra, mi portato do- ve il mio cuore gravitava. Al * Popolo d'Italia w, N e Popo1o d'Italia , ero gm un p6 di casa da malti anni per aver seg-uito da vicino Mussolini nel 1913 al Congresso socialista di Ancona e durante i grandi scioperi sindacglisti milanesi di due anni preeettenti alla guerra, Benito, Mussolini mi dimoistrava benevolenza benché fossi ancora giovanlssimo memo appena dalle scuole media, principiante di gi- omalismo, e tii quel giornalismo che allow. si chiamava aborghe- ser. Carmina misterlose di simpa- tia prendevano a clrcoiare tra I'una e Palm parte di quella che sembrava al1ora la barricata. In, quegli anal precedenti la guerra,,, cosi ricchi di segni preeursori/ due uomini, mi attraevano: Mus-l solini e Cttrridkmi. Uomini nuovi.l Dovunque camparissero a par-l, late, i0 dam, in prima linea, con' 1'animo sospeso e gli occhi shar- r-atl, come aaascinato. Molti di quei discorsi sl conchiudevano in tumulti tra le tendenze opposte ne11'irru'zitme dei Carablnieri mentre an 13ammissario eccita- tissimo faoeva suonare gli squil- li agitando le braecia come all di un mulino a vento. Spesso uscivo pesto e straeeiato da quel- 1e misehie che mi; fervevano ap- punto dove in mi andavo a tie- care e eioie sotto il palchetto de- gli orgtori. Di questi fatti della cronaca cosidetta ':proletaria , il mio giomale pubblicava noti- zie scarse ed ironiche; né in redazione Si sapevano spiegare perché mi andassi a mettere in quei gual. Se oggi dicessi che gill allora sentivo dentro di me i1 futuro Direttore Generale degli Italiani a11'Estero in un'Italia Fascista, esagererei la mia capa- eitiy profetica. Ma certo quegli che, nella mia umile persona, assisteva con esaltazione alle battaglie mussoliniane, non era il eronista d'un giomale della mama destra. Se il compianto barone Bettino Ricasoli avesse veduto lo stile del suo postumo impiegato ct sarebbe state nel gibrnalismo italiano un licen-l ziamento senza idennita. Sicché,'.. quando sopraggiunsero 1a guer- ra europea, il distacco di Mus- solini dal Partito Socialista e I'inizio della campagna per Yin- tervento io avevo la fortuna tit ANNO XXVI No. 44 La giornata del 28 ottobre nei ricordi di un cronista DEG et PATRIAE Mussolini passava a1 giornale', molte ore del giorno e usciva tardi la notte. Nel corso della se- rata quasi sempre andava at- torno nelle 4 stanzette della re- dazione intrattenendosi con cia- scuno di noi sulle questioni in corso. Dava molta attenzione al- la cronaca. Ogni mattina trova- VO sul mio tavolo la pagina della cronaca costel'ata di segni ros-I so e bleu Che indicavano appro-l I Alla notte, dope gli ultimi, co- Imizi o 1e ultime spedizioni, i di- rigenti fascisti milanesi si riuni- vano a1 giornale, La Pelle ri- sehiata in brincea e net confiit- ti cot bolscevizzanti, questo é niente. Ma l'aver messo agssie- me il giornale tra le invasioni dei camerati e il chi'asso delle (moltitudini accampabe in reda- lzione, questo ta davvero un gran fatto. Era un inferao. Il solo che non si sipazientdsse mai era Ar- naldo. Con il suo :sorriso buono ammansiva gli etrtitati che da (p.iil. mesi invocavaano l'azione de- ';eisiva quando mm 51 divoravano 'a vicenda in We provinciali; e 001 suo serene) :coraggio tisieo, che abbi poi oeeasione di am- mirare in eireostgmza pill gravi, raccoglieva e maneggiava 1e bombe e i petardi, che oamerati inseguiti dalla militia lasciavano spesso in grazimso deposito nel cestini delle cartaece o nelle stufe della We. Da ogni provincia arrhammo oapi fasci- sti per premiere ordini da Mus- solini. Balbo, De Bono, De Vee-: chi, Padovani, Aminati, Gioda. Farinaoci, Garadonna, Starace, Di Crollalanza, Ginnta, Brescia- ni ecc., occupavano militarmen- te le nostre sedie, e l nostri ta- voli di lavoro semhravano un bi- vacco. Il giornale usciva ogni dell'istmo di Suez. Possiamo ag- mattina per una specie di mi- racolo. Si faceva da sé? No, lo faceva, egli solo sa come, San- dro Giuliani. In mezzo alla pix) diabolica confusione riusciva e- gli a coordinare notizie e artico- ll e licenziava 1e pagine una per volta all'ora giusta, dando lnl escandescenze soltanto se qual-i cuno di noi non era pronto. I Casi awenne che, scom'parso i1 veochio giornale di destra do- ve avevo battagliato, ritornato dalle anni, per il Fascismo mi.. lanese, potebti chiedere a Mus- solini di entrare a1 7 Popolo d'l- tam" e la demands fu accolta con benevolenza tlducloga. L'in- carico mi fu date come ho demo. di tar 1a cronaca del Fascismo milanese. Eravamo nel maggio del '22. tHi avvenimenti proce- devano con ritmo accellerato. Lo sciopero legalitario e i eonflititi, trequentissimi alla _periteria, tra fascisti e avversari diedero ai cronisti del giornale del Duce un athrnnoso lavoro. Tutti quan- ti, tino all'usciere. non erava- mo redattori e cronisti ossia spettatori, ma prima di tutti at- tori di ogni vicenda. Luigi Fred-. di ne sa qualche cosa Che scon- tth mesi di prigione a Lodi. essere gié un iniziato. E potetti vivere alcuni mesi df passione intense a11'ombra di Mussolini e Corridoni che donulnavano or- mai 1e piazze di Milano. Telefono: CReseent--8445 Organo Ufficiale del F ascio di Montreal FONDATO NEL 1906 Quella notte nessun redattore laseit5 il giornale. Verso 1e sei del mattino riapparve Mussolini che ritornava a piedi da casa sua. Con la camicia nera vesti- va un abito Sportive con monet- tieri grigioverdi. Accigliato. Lo accompagnammo a ispezionare i fasqisti dislocati in vedetta sul- le terrazze. Nell'aria fredda si levarono alalé. guerreschi. Verso 1e sette e mezzo accorse un fascista a precipizio ad annun- ziare Che da via Moscova avan- (SEGUE ALLA PAGINA 2) _ Lo state d'assedio era stato proclamato. Vie e piazza erano sbarrate da cordoni di truppa mentre agli angoli delle strade le mitr1agliatrici occhieggiavano. ll Prefetto Comm. Gasti al quale chiesi un lasciapassare per il mio ufficio di cronista, rispose seecamente Che al apopoio d'I- talia» questo privilegio non si coneedeva. Stavamo precipitan- do di sotto dalla legge comune. Ragazzacci. Elementi di disor- dine. Chi sa se mai un giorno avremmo acquistato il senso del- l'ordine e dell'autoriti1... E si venue alla Marcia su Ro- ma. Nessuno di noi, salvo Arnal- do e Chiavolini (come si seppe poi) conosceva il piano di Mus- solini. Solo intulvamo che avve- nimenti important) maturavano poiché phi frequenti e pit). lun- ghe si facevano le visite dei maggiori capi fascisti e perché a sua il Dace si rinchiudeva nella stanza per ore e ore, solo, can acceso sulla Porta una grande lampada rossa one significava divieto di ingresso. Quello one mi stupisce, a rammentarmene a- desso, era la sua imperturbabi- litk. Mai Io avevo visto pit se- reno che in quei giorni in cui tutto, i suoi disegni, la sua fade, 1a stessa sua. vita erano, come una posta nel giuoco. II giorno 27 venne come a1 solito in re- dazione chiedendo chiarimenti circa il quotidiano lavoro a cia- scuno di noi con I'aria di uno Che non ha pensieri di 'sorta per la testa. Ma nella notte tra il 27 e il 28 um gruppo di fascisti della squadra d'azione di Monza ven- ne a presidiare il giomale. La prima parvenza della Rivoluzio- ne armaba. Avevano fucili mo- delli 91 con una dotazione di cartucce bastevole a tenere una trincea per sei giorni. Accompa- gnammo quei bravi ragazzi sulla terrazza della redazione e sull'e- dineio ancora in costruzione che serge adesso compiuto a tian- co del giornale. Una selva lu- eente di fucili ei cimondava. A- vevamo vista 1a guerra eppure/ quella fu una impressione pro- fonda. Nelle. nebbiosa alba mi- lanese quei giovani silenziosi con elmetto e camicia nera e i fucili rivolti Verso via Moscova e verso via Lovanio erano bellissimi. Gio- vani imberbi con l'anima di ve- terani. vazione o disapprovazione del Direttore. In quei rabeschi colo- rati 0 mi perdevo come i giovani della generazione precedente im- magino si perdessero negli ca- mati caratteri ' delle 10m aman- ti. La nostra era la generazione della diseiplina. La generazione delle cose da tare. MONTREAL, SABATO, 5 N OVEMBRE 1932 -..... ANNO X La Commissione scolastica di Montreal dovreb- be rivedere il problema sotto tutti i diversi aspetti e decidere definitivamente in merito. Vogliamo sperare che questa nostra proposta vengas_accolta e favorita sia dal Regio Console che dalle competenti autoritk scolastiche, in modo che la soluzione per l'insegna- mento della nostra lingua sia piio conveniente e pit efficace. I ' Qui, la Chiesa e la scuola sono un tutt'uno in- !scindibile, poiché yuna é il complemento dell'altra. Accanto alle cento Chiese cattoliche di Montreal sor- ge imponente l'edificio scolastico cattolico. Non si pué concepire un edifieio scolastico cattolico accanto ad una Chiesa protestante. Ecco perché sarebbe sen-, z'altro uno scandalo di inviare un cattolico canadese a frequentare la sua scuola in un edifieio protestante. Qui vi sono le condizioni particolari del luogo Che bi- sogna rispettare. I 'cattolici italiani, come i cattolici canadesi, devono imparare a leggere, a serivere ed a parlare nella purezza delle loro rispettive lingue, re- spirando in un ambiente corrispondente alla loro fede e religione. Intanto il R. Console, dopo l'assemblea, ha spicu- gato che non era possibile un'altra soluzione, perch? la Commissione scolastica cattolica di Montreal si é rifiutata di offrire un suo locale per la nostra scuola. D'altra parte alcuni sono convinti che questa solu- zione é un'offesa agl'Italiani di Montreal, ed altri che cio sia una vera vergogna. La situazione é molto in; cresciosa, ma si puo probabilmente accomodare. OMENICA scorsa ha avuto luogo, nella sala D Giulianaraleonieri, la commemorazione del de- cennale della Marcia su Roma. Dopo la bella celebrazione, che viene riportata nella terza pagina, il R. Console Zanotti Bianco ha elencato le opere che il Fascismo di Montreal ha compiute in questi ultimi anni. Tutte lodevoli e necessarie. Quella peri) della scuola, rispetto al modo di attuarla, ha sconcertato gl'Italiani di Montreal, avendo il R. Console dichia- rate che l'insegnamento della lingua italiana avril luogo in un edifieio protestante. Gl'Italiani non si sanno spiegare come si sia an- dati a finire a chiedere ospitalitil ai protestanti, quan- do si penhi che qui l'elemento italiano é novantanove e mezzo su cento cattolico. Dopo tante peripezie, dopo tante amarezze, dopo tante incertezze, la seuola italiana si ie finalmente po- tuta realizzare, specialmente perché il Governo Fa- scista ha voluto contribuire inviandoci espressamente un insegnante. Questa realizzazione per?) apparisce dubbiosa, perché gyltaliani di Montreal non inten- dono di inviare i loro figli a frequentare la seuola italiana in un edificio protestante, anche perché que- sto si trova molto lontano dal centro maggiore della comunitiy italiana. ll Problema della§ lingua Italiana' E AVV. CAV. G. LECCISI 3 " DEO ct PATRIAE 0-0.0. oz.

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